15 dicembre 2009

Quando si rompono le scatole


Tante scatole, colorate e infiocchettate. Belle sono belle. Ma non è che prima della fine stè scatole si rompono?
Già, il Natale...Facciamo un salto nei nostri indifesi pacchetti natalizi e vediamo quanto i veronesi riescono ad essere creativi con dieci euro. Diciamo senza vergognarci che la cifra media spesa per i cosiddetti “pensierini” è questa. E allora vai con le candeline in gel, in cera, ai vari aromi, con le conchiglie, chi di noi non ne ha ricevuta almeno una?
Il suo valore morale è pari a quello dell’angioletto o del Babbo Natale in porcellana cinese da appendere all’albero. Strano a dirsi, ma quando lo si scarta si ha l’impressione che quell’oggetto potesse essere regalato a chiunque, o forse che addirittura sia stato riciclato. Credo che in casa se ne abbiano talmente tante di queste candeline che potremmo fare invidia al cimitero monumentale.
Passiamo oltre. Dal “pensierino inespressivo”, si passa a quello “personalizzato”. Ciò vuol dire che qualcuno che ci conosce bene si è sbattuto per almeno un pomeriggio intero per andare a pescare in qualche negozio quel piccolo aggeggio o monile che per i più non ha alcun valore ma per noi è il tassello mancante di un meraviglioso puzzle.
E qui gli esempi si sprecano: quel sigaro “là” che si trova solo dal tabaccaio in via Cappello, un adesivo della Vespa che peschi solo a Porta Leoni, un fermacapelli con un fiore applicato in lana cotta, una stecca di cioccolata 75% cacao speziata cannella che viene da quel paesino laggiù vicino a Perugia dove la fanno tanto buona. Il Natale è tutto qui, in questi piccoli oggetti che forse noi non andremmo ad acquistare, ma che qualcuno va a cercare appositamente per noi e crede (giustamente) che porgerceli in dono possa farci sorridere di sorpresa.
Fortunato chi ha la creatività di fare felici gli altri seguendo questa strada. Poi, a seguire, ci sono gli intramontabili regali tecnologici, che ogni anno fanno palpitare i cuori degli uffici marketing Nokia, Xbox e Microsoft.
Per fortuna che in massa ci si muove per comprarli, altrimenti qualche povero dirigente delle sopracitate verrebbe in breve tempo surclassato al ruolo di spazzacamino. Singolare pensare a quanto siano cambiati questi acquisti negli ultimi quindici anni: dacchè il massimo della vita era possedere un videoregistratore o un lettore cd, a che ci si sollazza tra DVX, cellulari che ti permettono di mandarti gli sms con la tua caldaia di casa e I- POD da 80giga (che ci butti dentro talmente tanta musica che per ascoltartela tutta quando fai jogging rischi di partire da casa un mattino e ritornare dopo qualche mese).
Comunque, fa sempre piacere averne qualcuno da mostrare a parenti ed amici a Natale. E, per i buongustai tricolore, non si può fare a meno di regalare i cesti di Natale ricchi di sì tante prelibatezze che dall’anno prossimo ho suggerito in famiglia di non fare la spesa dell’antivigilia ma di aspettare un cesto, che più o meno è la stessa cosa.
Bene, questo è un regalo senza tempo, non modaiolo, non tecnologico, e soprattutto intramontabile, fa sempre piacere riceverlo. Devo ancora conoscere qualcuno che non sappia che farsene di salse ai tartufi, torroni di Cologna Veneta, liquori pregiati e pandori veronesi. La pancia ce l’abbiamo tutti, ed è noto che gli italiani hanno un palato placcato oro. Anzi. Si prende, si ringrazia e si porta a casa saltellando.
La rosa dei regali è amplissima, qui ho cercato di riassumere solo quelle tipologie che credo meritassero cinque righe. Scartate, gustate, toccate, fate ciò che vi pare con i vostri regali.Ma vi auguro di trovare sempre un bigliettino scritto a penna allegato perchè, in fin dei conti, è quello il vero senso del Natale. Auguri!
Giorgio Lecca

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